Zot!

Grande è la confusione sopra e sotto il cielo!

27 giugno 2003

Aria consumata nella stanza deserta

"Aria consumata nelle strade deserte" era una scritta che campeggiava allegramente su un muro di Bologna circa un anno fa, ero lì per partecipare all'hackmeeting. Il clima era afoso, la pelle perennemente appiccicaticcia per il sudore!

E adesso invece sono qui e parafrasare quella scritta bolognese è il modo migliore per descrivere il luogo dove mi trovo ora.
Non c'è aggettivo più adatto di "consumata" per spiegare la sensazione che dà respirare l'aria che c'è nella stanza dove lavoro in questo momento. E che ci sia il deserto non significa che non ci sia nessuno, ma è come se fosse così, forse anche peggio. Presenze inutili, irrilevanti, distanti. Corpi che non riescono ad affermare una presenza che vada oltre quella corporea, almeno non per me.
Oggi sono insofferente, una sensazione quasi fisica mi rende inadatto a fare qualsiasi attività anche lontanamente assimilabile a quella lavorativa. La cosa non mi addolora più di tanto, ci sarà molto tempo per lavorare purtroppo. Eppoi fuori ho tante cose da fare e stare qui mi da un senso di oppressione. E' come se l'aria che mi circonda premesse invisibile contro di me ed i muscoli per reazione si contraessero dandomi questa sensazione di disagio.
Sarà che ieri ho vissuto una splendida serata passata a festeggiare la memoria di un amico che non c'è più con tante persone che invece sono presenti anche quando non ci sono. Mi capita a volte che dopo aver passato dei bei momenti mi riesca difficile riuscire a vivere dei contesti meno piacevoli in modo indolore, è come se rifiutassi di accettarne la differenza.
Ma tra poco evaporo, anzi sublimo.. finalmente libero, almeno per due giorni!

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26 giugno 2003

Quarantacinque

Quarantacinque sono i gradi centigradi che indicava poco fà il termometro della temperatura esterna della mia auto quando sono andato ad aggiungere un po' di ore di parcheggio a pagamento.

La stanza dove lavoro è sovraffollata di persone (sarebbe per quattro ma raggiungiamo nelle ore di punta fino ad otto presenze) e di computer (sei computer fissi con relativo monitor e tre portatili perennemente).
Morale della favola: l'aria condizionata proprio non ce la fa a refrigerare l'ambiente.
Menomale che non soffro di insonnia da clima tropicale e che la sera appena mi sdraio sul letto svengo dalla stanchezza!

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23 giugno 2003

Qualità dell'aria

Per gli sfigati che come me vivono ai margini della città tutti i giorni c'è un appuntamento fisso, quello con uno dei pannelli elettronici che, posti alle porte di Roma, forniscono informazioni di vario genere agli sventurati che si accingono ad infilarsi nel delirio cittadino.
E' veramente curioso constatare come il buon (si fa per dire) Walter ci delizi con notizie ed informazioni diverse in base al contesto, alla giornata, agli eventi, a tutto ciò che ci circonda, anche a quello che respiriamo!
Una mattina della scorsa settimana, in ritardo come al solito, mi sono ritrovato il bel pannello che recitava "Qualità dell'aria: SCADENTE". Non è stato bello sapere che durante quella che già si preannunciava una dura giornata di lavoro i miei polmoni si sarebbero nutriti di aria scadente.
Evidentemente ai gas di scarico delle automobili ed agli scarti degli impianti di aria condizionata si erano aggiunti anche il caldo e l'afa che avevano fatto il resto!
Ma cosa fare quando si ha la consapevolezza che la qualità dell'aria è scadente?
Come sopravvivere ad un livello di ozono al di sopra del livello di guardia?
Si potrebbe passare la giornata in apnea, oppure andare in un negozio di sub, affittare un paio di bombole piene di ossigeno e dare di tanto in tanto una boccata d'aria pura!
Ma ripensandoci a posteriori l'unica strada realisticamente possibile era la stessa che stavo già percorrendo, ma nel senso di marcia opposto: dritto al mare, lontano da lì! Roba da ricchi, mica da gente come noi che deve lavorare!
Per chiudere, altre cosette che può capitare di leggere su questi splendidi oggetti tecnologici:
- "Centro storico chiuso dalle 19 alle 24 per manifestazione religiosa": dopo essere rimasto allibito per circa 30 minuti realizzavo che era venerdì santo e c'era la via crucis, ed io che già mi ero prefigurato un clero indiavolato sceso in piazza per protestare contro le ingiustizie della guerra!
- "Parcheggio di Villa Borghese: posti disponibili": mi trovavo sulla cristoforo colombo, a circa 20 km dal parcheggio in questione.. utile!

Quanto vorrei sedere nella sala dei bottoni!

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City of God

Non mi sento di fare recensioni, non tanto esperto di cinema da sentirmene in grado. Quello di cui sono certo è di aver visto un bel film che fa un ritratto fedele della durissima realtà delle favelas brasiliane ma che riesce anche a strappare qualche sorriso. Dentro c'è anche un pizzico Tarantino, ma questa è tutta roba vera. Insomma, se vi capita sono due ore spese bene!

Il sito del film in portoghese ed in inglese: http://cidadededeus.globo.com/

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22 giugno 2003

La carta dà sicurezza

Nell'era informatica la posta tradizionale, quella attraverso la quale si mandano dei pezzi di carta tanto per intenderci, non si usa praticamente più per le comunicazioni tra persone. Alcuni romanticoni incalliti fanno eccezione, ma regola vuole che per le comunicazioni scritte i mezzi utilizzati siano quelli telematici: e-mail, sms ed altre diavolerie multimediali ed inutili delle quali presto la maggior parte di noi non potranno più fare a meno.
La posta tradizionale viene oramai usata quasi esclusivamente per comunicazioni di tipo commerciale.. a me scrivono quasi solamente i miei fornitori di servizi: acea per l'energia elettrica, la telecom per i servizi telefonici, ecc. Tutta questa carta in arrivo deve essere chiaramente gestita, quindi le bollette da pagare da una parte, le fatture dall'altra, gli estratti conti da un'altra parte ancora. Questo fanno i bravi ragazzi, appena una scartoffia arriva la mettono subito al suo posticino e si sono tolti il pensiero. Quelli indisciplinati come me invece hanno un bell'angolino della libreria che, salvato dallo strabordare dei libri, accoglie le scartoffie al loro arrivo.
Tutto questo va avanti per due anni e una pila di inutili documenti si innalza sempre più minacciosa accanto ai manuali di informatica, divenuti anche loro inutili e vetusti. Minacciosa perchè tra poco arriveranno le fatture del terzo bimestre di luce e gas, l'affitto da pagare e nello spazietto formato A4 non c'è più posto, urge una sistemata.
Per mettere ordine al delirio cartaceo occorre pazienza e tanto tempo a disposizione, specialmente se non si è dei bravi bambini.
Nell'ordine bisogna:
- suddividere le scartoffie per tipologia formando dei mucchietti di documenti che andranno a ricoprire tutte le superfici utili della stanza, sedie comprese;
- ordinare ogni mucchietto per anno;
- verificare che non manchi nessuna ricevuta di pagamento;
- sistemare ogni cosa in apposite buste trasparenti;
- apporre tutto ciò che si è prodotto in faldoni con gli anelli.

Con tutto questo si potrebbe pensare che io sia un maniaco dell'ordine, ma chi mi conosce sa che sono tutt'altro che ordinato.. ma allora perchè tutta questa maniacale meticolosità?
Qualche esempio lo potrà chiarire: le ricevute di pagamento della nettezza urbana devono essere conservate per quattro anni, quelle dell'affitto per cinque così come tutto quello che riguarda le bollette dell'energia elettrica, del telefono e affini, quelle del canone rai (ebbene sì, sono tra i pochi imbecilli che lo paga..) per ben 10 anni!
Tutto questo nella cosidetta era digitale.
Diventerò un bravo ragazzo? Tutte le volte me lo riprometto, finora non ci sono mai riuscito.

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