Zot!

Grande è la confusione sopra e sotto il cielo!

06 agosto 2003

Io pranzo da solo

Mattinata movimentata quella di oggi tra rubinetti da riparare, applicazioni che vengono messe in produzione nel mese di agosto ed inquietudini interiori con le quali preferisco non tediarvi. Al termine di tutto questo un bel pranzo solitario da Gaudì.
Vivo da solo e mangiare in casa senza compagnia è per me una cosa assolutamente normale. Spesso mi capita di farlo con la scatola luminosa spenta di fronte e la musica di sottofondo.
[...] Mangiare da solo fuori casa, in ristoranti o luoghi affini, è una cosa un po' più particolare che va gestita in modo opportuno!
Importantissimo è il posizionamento del tavolo al quale ci si siede. Il commensale solitario non si deve sentire al centro dell'attenzione ma allo stesso tempo deve aver modo di far spaziare lo sguardo sul resto del locale.
Non c'è modo migliore per passare il tempo mentre si attendono le pietanze che osservare tutto quello che ci circonda: i movimenti dei camerieri e dei pizzettai, le dinamiche che si svolgono agli altri tavoli.
Se poi la gestione del locale fa anche in modo che i solitari siano vicini in modo da percepire di non essere soli in questa condizione apparentemente un po' sfigata il gioco è fatto: ed anche l'imbarazzo di sentirsi "strani" svanisce come per incanto!
Tanto per farla breve, a pranzo mi sono mangiato una pizza che non perdona, si chiama "li Galli" e consta di pomodorini, aglio e pecorino. Per chiudere una bella fetta di anguria.
Al ritorno i colleghi mi hanno chiesto come mai non li ho chiamati per mangiare assieme.. ho argomentato che non volevo farli aspettare troppo il mio arrivo il cui orario era peraltro incerto.
La verità?
Oggi avevo voglia di mangiare da solo!

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