Paradosso democratico
Alcuni giorni fa, a pranzo, si stava discorrendo con alcuni colleghi sul ruolo degli Stati Uniti nello scacchiere internazionale, sulla questione 11 settembre e tutto ciò che ne è conseguito. Uno dei commensali sosteneva che ormai è sufficiente che un paese sia democratico e militarmente potente, perchè sia giustificato a commettere qualsiasi atrocità rispetto ad un paese che non lo è, potendo così accampare la scusa dell'esportazione della democrazia per sfruttarne le risorse e instaurare nuovi equilibri economici più favorevoli.
Ma i fatti dimostrano che non è affatto vero che per scatenare le ire di un paese "democratico" uno stato debba avere un regime dittatoriale. E' sufficiente che la sua democrazia non vada bene al potenziale aggressore e che i propri elettori abbiano eletto dei rappresentanti che non piacciano al potente di turno. Due esempi per tutti sono quelli dell'Iran e della Palestina dopo le ultime elezioni.
Se poi aggiungiamo anche il fatto che i risultati elettorali in questione siano stati in buona parte provocati dal clima instauratosi nella regione dopo i fantastici interventi degli esportatori di democrazia, la frittata fatta.
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